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L'amore sfugge

*

È un riverbero evanescente,

l'amore,

perché non fiorisce

sulle rovine dell'anima,

perché è un miraggio,

nel deserto del cuore.

Se di sentimenti e di misericordia,

non è mietitrice l'anima,

ma di aspidi un incredibile covo,

su tavole decomposte

l'amore sfugge.

Nell'universo esteso

dell'individualismo

la beatitudine del cuore

è una chimera

e la mente si smarrisce

in quella dimensione indistinta.

Tuttavia,

con un picchiettio distante

che il cuore ha scordato,

una scintilla oscilla,

in mezzo alle penombre

che si dilatano.

Smarrito in un dedalo di oblii,

probabilmente,

è soltanto il riverbero di quello

che un tempo fu l'amore.

L'intelletto,

di abbandono diviene origine,

in un acquitrinoso dedalo.

I deliri,

dell’individuo

solamente limpidezza minuta,

mentre scende il crepuscolo,

devi acquistarli da un ricettatore,

poiché rondini migratorie

sono divenute le attese,

con voli senza ritorno.

Di qualunque sogno,

tutto questo è il declino,

poiché nei tuoi occhi

non dimora la delicatezza,

nella tua anima

più non c’è amore,

del tuo cuore più non è prole

la compassione.

E così,

di un sentimento che fu,

rimane semplicemente il riverbero,

il rimbombo confuso,

nelle penombre della notte che incede.

Ogni schema evapora,

come la polvere

quando si dissolve nel vento.

Adesso svuotata,

l'anima si smarrisce

tra le reminiscenze

di ciò che è stato,

e mai più sarà.